Dal sito: www.ilvelino.it

Il Velino LAZIO
Anno VIII - n. 15   21.04.2005
 

Unione sconfitta a Grottaferrata, cala la febbre delle primarie
 
 Dopo il successo di Nichi Vendola in Puglia, nel centrosinistra era scoppiata la febbre delle primarie: l’inaspettato trionfo dell’esponente di Rifondazione comunista, che nella corsa per la presidenza della Regione ha sconfitto il quotatissimo rivale del centrodestra, il governatore uscente Raffaele Fitto, era partito proprio dalle consultazioni popolari di coalizione che - anche in quel caso a sorpresa - avevano assegnato la vittoria al seguace di Fausto Bertinotti, lasciando di stucco quanti pronosticavano un agevole via libera per il candidato della Margherita, Francesco Boccia. La febbre perdura, ma un abbassamento della temperatura si sta determinando in seguito alle polemiche che hanno accompagnato l’insuccesso dell’Unione a Grottaferrata. Una sconfitta particolarmente bruciante, visto la candidata del centrosinistra, Maria Giuseppa Elmo, ha perso di misura al ballottaggio dopo che al primo turno era risultata la più votata dai cittadini di Grottaferrata. Il passo falso avvenuto sui Castelli romani - uno dei pochissimi flop, in una tornata elettorale più che favorevole al centrosinistra - ha un palese responsabile, lamenta Luigi Zanda, senatore della Margherita, che punta il dito contro il suo capogruppo al Senato, Willer Bordon.

“Questa sconfitta - secondo Zanda - nasce dall’assurda decisione adottata dal centrosinistra di procedere con delle primarie... lì ci siamo confusi, divisi...”. Fu Bordon “il regista di tutto”, dunque “è tutta colpa sua”, accusa il senatore della Margherita. Certo, il caso delle primarie pugliesi presenta molte differenze rispetto all’esperienza di Grottaferrata (dove i votanti sono appena 15 mila). Oltre al divario demografico, va segnalato che alle consultazioni svoltesi in Puglia potevano partecipare solo elettori pronti a sottoscrivere una dichiarazione di appartenenza all’Unione, mentre le primarie di Grottaferrata erano aperte a tutti e promosse da un comitato civico bipartisan. Trasversali erano anche le sette candidature: la contesa, partita in una fredda domenica di fine gennaio, si era infine risolta a favore dell’ex amministratore comunale Mauro Tomboletti, che al primo turno delle elezioni “vere” ha ottenuto però solo il 5,5 per cento dei consensi, giungendo quarto dopo la Elmo, Mauro Guelfi (ex An ed ex sindaco, sostenuto da una lista civica, con la quale al ballottaggio ha superato la rivale scelta dal centrosinistra) e Giustino Pezzetta, il candidato del centrodestra. L’insuccesso dell’Unione è imputabile - come sostiene Zanda - alle lacerazioni create dalle primarie? Difficile stabilirlo, mentre è facile prevedere che quando qualcuno, nella Margherita, tornerà a proporre consultazioni popolari per la scelta di un candidato, il precedente di Grottaferrata verrà prontamente richiamato alla memoria. (ndl)